Quando leggete qualcosa su internet, su un social network o su qualsiasi altra piattaforma, vi prego non fermatevi alla prima lettura e cercate SEMPRE conferme di ciò che avete appena letto. Oggi per fare informazione, ognuno tira l’acqua al suo mulino e siamo arrivati al punto di NON SAPER DISTINGUERE LA VERITA’! Per fortuna, se avete un pochino di pazienza e non date per scontato che ciò che avete appena letto sia legge, si può arrivare alla completezza delle informazioni.
A sostegno di quanto dico, vi riporto un esempio di questi giorni. Sicuramente avrete anche voi visto la foto in questione (questa grande qui sopra) circolare su Facebook o su altri siti, con la storia di questa piccola bambina siriana coccolata e accudita da tre signore anziane sull’isola greca di Lesbo. Il testo dell’articolo è tratto da un giornale greco “thetoc.gr” che riporta queste parole:
La foto è stata scattata a Lesbo e la signora che tiene in braccio il neonato si chiama Emilia Kamvisi e ha 85 anni, e in questo momento sta dando il biberon a un bambino che ha 84 anni e nove mesi meno di lei. Le altre due donne sono amiche di Emilia.
Quel bambino non è nipote di Emilia, o delle altre due donne, e neanche il figlio o il nipote di qualche vicino di casa di Emilia. Non c’è un asilo lì vicino.
Emilia quando l’hanno intervistata ha dichiarato di non sapere nemmeno esattamente dove sia la Siria, il paese in cui il bambino è nato e nel quale non potrà crescere perché in Siria c’è la guerra, per questo è sbarcato lì, sull’isola nella quale Emilia vive da 85 anni.
Emilia sta facendo quello che ogni essere umano degno di questo nome dovrebbe fare: sfama il piccolo fuggiasco, lo accudisce e gli dà riparo. Perché è un essere indifeso costretto a fuggire. Non solo lui, anche la sua famiglia.
Qualcuno ha proposto Emilia per il Premio Nobel per la pace. Lei ha risposto: “Cosa ho fatto? Non ho fatto niente”.
Dovremmo tutti impegnarci a “fare niente” come Emilia.
C’è solo un piccolissimo problema…. la foto non è completa. Quindi l’articolo è tutta una montatura. Basta girare un pochino su internet, e questo è quello che potete trovare:
Come potete vedere, la mamma della bambina è li a lato e la storia strappalacrime non è proprio così da libro cuore come vorrebbero farci credere. In realtà la bimba piangeva a dirotto e la mamma non riusciva a calmarla, così la signora che tiene in braccio la pupa nella foto si è offerta di provarci lei.
Un bellissimo gesto di umanità verso una persona scappata da un paese in guerra, ma come notizia poco interessante. Molto meglio costruirci su una storia da “premio nobel per la pace”, fa generare più click e fa arricchire di più chi se l’è inventata.